Considerazioni sulla sostenibilità e la vera natura della comunicazione.
Premessa. Un’impresa non può mai essere slegata dalla società in cui opera, questo è chiaro. Che vi sia consapevolezza o meno, l’impatto delle aziende non si esaurisce mai all’interno dei confini aziendali, ma trova sempre un suo riflesso naturale nell’ambiente esterno, con cui costantemente interagisce e comunica. In altre parole, un’impresa è un “sistema aperto”, ossia parte integrante di un insieme di elementi, che, svolgendo ciascuno la propria funzione, contribuiscono a creare, rafforzare, e talvolta ridefinire, un meccanismo più ampio e complesso.
Assume dunque importanza non solo la volontà di svolgere la propria funzione e “fare la propria parte”, ma anche la capacità di saper “dialogare” con questo insieme di elementi. Ho usato intenzionalmente il verbo “dialogare” e non “comunicare”, perché nel primo termine si cela un aspetto imprescindibile che riguarda la vera natura della comunicazione: l’ascolto. Il “dialogo” (dal greco dià, “attraverso” e logos, “discorso”) presume infatti un rapporto biunivoco tra due parti, che da chi parla “attraversa” chi ascolta. Non è una banale comunicazione di servizio, non è un messaggio di “facciata” che si esaurisce nella mera erogazione di un contenuto, ma uno scambio reciproco di messaggi, segnali e informazioni.
Infatti, il bravo comunicatore non è colui che sa semplicemente “comunicare bene”, ma colui che sa ascoltare l’altro, e che, attraverso questo, riesce a plasmare il contenuto del messaggio attraverso le modalità più appropriate. Ecco che quell’ “attraverso” che si cela dietro al termine “dialogare”, assume ora un significato ben preciso: avere la capacità di ascoltare e immedesimarsi nell’altro. Potremmo definirla così la comunicazione: un “passare attraverso l’altro”.
Dopo questa premessa, essenziale per comprendere in profondità le prossime righe, veniamo al dunque.
Perché è utile comunicare la sostenibilità?
Negli ultimi decenni si è diffuso il concetto per il quale un’impresa dovrebbe considerare la società nel suo complesso come stakeholder e prendere decisioni che possano avere un impatto positivo su di essa. La responsabilità sociale, etica e ambientale è infatti un tema oramai caldissimo, destinato a scaldarsi ulteriormente da qui ai prossimi anni, soprattutto nella realtà aziendale. Si pensa che se gli ultimi decenni siano stati caratterizzati dall’evoluzione tecnologica, che ha drasticamente cambiato le nostre vite, i prossimi anni saranno ugualmente caratterizzati dal tema della sostenibilità e della responsabilità sociale d’impresa. In realtà, della famosa “questione ambientale” se ne parla da molto più tempo, ma negli ultimi anni si è spostato da essere un tema di “nicchia”, ossia un argomento molto rilevante per pochi, ad essere un tema di “massa”, ossia un argomento che coinvolge tutta la società, aziende comprese. Ed essendo l’azienda, come abbiamo detto al paragrafo introduttivo, parte integrante di questo sistema più ampio, si ritrova non solo a dover concretamente intervenire, ma anche avere la capacità di far capire che sta intervenendo, e nel modo più appropriato.
Implementare modelli aziendali sostenibili non è una sola questione di responsabilità, collettiva e individuale, nei confronti dell’ambiente e della società, ma è ormai una e vera propria necessità, ambientale in primis, ma anche propriamente “di mercato”. I paradigmi della domanda e dell’offerta stanno radicalmente cambiando, e molto velocemente: i consumatori, nel processo di scelta d’acquisto, optano (e opteranno sempre di più) per un’azienda, un prodotto o un servizio che integrano nella propria offerta e nel proprio modello di business un approccio etico e sostenibile. Per fare un esempio, tra un hotel che implementa azioni di responsabilità e un hotel completamente indifferente alla tematica, i clienti, a parità di condizioni, sceglieranno sempre di più l’hotel “sostenibile”. E non è un semplice trend di mercato destinato a esaurirsi tra qualche anno: i sondaggi indicano infatti che i clienti sono già disposti a pagare un prezzo più elevato per acquistare prodotti di imprese che danno la priorità a un comportamento etico. Per questo, le aziende più accorte, quelle che per l’appunto sanno – ascoltare – il mercato, hanno già adottato una politica di responsabilità sociale d’azienda (CSR) che incoraggia tutti i suoi stakeholder a tenere conto delle conseguenze sociali delle loro pratiche aziendali, promuovendo la sostenibilità attraverso un’amministrazione attenta e consapevole delle risorse con scopi di benessere ambientale e sociale.
“La mia azienda attua già delle azioni di sostenibilità, come posso comunicarle?”
Semplice, con il report di sostenibilità! Il report di sostenibilità, o bilancio sociale, è un documento scritto che evidenza l’impatto delle aziende in termini di sostenibilità e CSR.
“A cosa mi può servire?”
– a differenziarti dai concorrenti
– a mantenere clienti e attirarne di nuovi
– a generare un impatto positivo sul territorio e il pianeta
– a pormi degli obiettivi sempre più sfidanti partendo dai risultati raggiunti
– a mantenere una posizione rilevante nel lungo periodo
– a dare fiducia agli azionisti, ai soci e al mercato
– a creare consapevolezza e informazione
Ormai è chiaro: l’azienda e la società non possono più viaggiare su due binari paralleli, perché ormai sono separabili e dipendenti, in quanto parte integrante di un unico sistema. Ecco perché è importante creare investimenti in sostenibilità e nella sua comunicazione. E per farlo, è necessario saper ascoltare l’ambiente, saper ascoltare le persone e saper ascoltare il mercato.
Questo farà la differenza: saper ascoltare.